Otello

Nel dicembre 1000,900,80, il moro confidò la sua agonia interiore a Manngiosserik. Era vittima di presunte molestie da parte di un balorda. Egli non credeva fin nel porfondo delle sue maniche di essere davvero vittima di ciò e ritenne necessaria una piu attenta analisi della situazione, Ma veniamo al dunque. Pochi anni prima Devoto ricevette in dono dall'arciduca Pomello una clessidra forgiata dai piedi del mitico fabbro Weland. Il principale porblema della clessidra era il suo funzionamento in quanto essa era si funzionante , ma nè più nè meno di una normale clessidra. Visto l'inconvenevole , l'arciduca Pomello decise di convocare Devoto presso la sua tenuta di campagna e omaggiarlo in maniera esemplare per ovviare alla disdicevole siuazione occorsa in precedenza . Devoto si recò di buon ora verso la tenuta di Pomello che distava circa 4 ore di cammino dalla sua grotta. Nel mentre , Il moro dipingeva il suo volto su di un bullone per pneumatici assistito dalla sua tutrice Narcotica. Colto di sorpresa dall'arrivo anticipato di Devoto, Pomello improvvisò una danza di benvenuto. Il suo sguardo sciocco e avvolto in un alone di ignoranza , il movimento sinusoidale delle sue braccia ,lo scalpitare dei suoi piedi, l'imbarazzo del re, la frustazione di sua madre, la Panda di suo padre, l'eruzione vulcanica, la troupe di giornalisti cinesi e il Colosseo trasformarono la serena atmosfera mattutina in una manifestazione spontanea di villania degna dei più squisiti frequentatori di taverne.
Oltrepassato l'inziale intoppo , Devoto prese parola e tossì spontaneamente e con timore, sulla camicià sbottonata del re. Pomello apprezzò il gesto e imitò Devoto. Il re fu grato ai 2 e gli porse delle gomme da masticacare. L'intera compagnia ,divertita e sconvolta dalle vicende susseguitesi , si spostò presso il fiume Scorrevole. Le damigelle di corte morirono durante il percorso. La servitù allestì un banchetto galleggiante e il re che nel frattempo aveva abbottonato la sua camicia, apprezzò il gesto e offrì delle gomme da masticare alla servitù. Pomello e Devoto iniziarono a soreggiare del vino e gradirono così tanto il gusto caldo e frizzantino della bevanda che ritennero necessario mostrare al re il loro apprezamento inscenando un tipico agguato malavitoso ai piedi della regina. Il tutto fu ripreso da una trope di giornalisti giapponesi ,i quali ,a bordo di una panda realizzarono dei movimenti circolari intorno alla scena. Dall'altra parte del globo , il moro fu informato di quanto stava accadendo da un emissario a bordo di un castoro che subito dopo aver consegnato la lettera dell'arciduca Ingenuo ( spia e badante del moro) acquisto per pochi euro una Uno da corsa rubata pochi anni prima da un un suo cugino calabrese. Il moro non riuscì a trattenere la gioia ed eiaculò sul lustrascarpe , il quale non ebbe una reazione violenta ma si limitò a gettare uno sguardo ammiccante verso il moro che accettò lo sguardo e partì senza pagare un cazzo di niente. Nello stesso instante devoto ed il Re discutevano amabilmente della loro condizione sociale ed offendevano con termini dall'alto valore comunicativo, la servtù. Il moro cercò un mezzo con cui spostarsi in fretta, non c'era tempo da perdere. Vide con la punta del naso il signor emissario che investiva passanti con la sua nuova Uno rubata. Corse in direzione del ben noto emissario e con un violento urlo riuscì a fermarlo. Preso il possesso del mezzo , si ritrovò in una condizione nuova per lui. Una Uno non è un mezzo come tanti, numerose generazioni di autisti hanno dovuto scontrarsi con la grandezza di un esemplare di automezzo capace di ribaltarsi ed eseguire rotazioni su una ruota nel bel mezzo di una curva. Il moro non esitò un secondo e parti alla volta del fiume Scorretto. Oramai pressso il il fiume la situazione era degenerata, la servitù aveva incendiato i panni sporchi del Re e preso possesso della scorta di gomme da masticare di su maestà, il quale apprezzò il gesto della servitù ma non fu in grado di esprimere il suo apprezzamento a causa dell'impossibità di accedere alle sue gomme da masticare. Il moro era oramai a metà strada quando Devoto e Pomello si gettarono nel fiume in preda ad un attacco di omosessualità. Cercarono di convincere il re a gettarsi in acqua sostenendo ,in maniera assolutamente omosessuale, che l'acqua era davvero fresca. Il re dopo qualche momento di smarrimento causato da un topo tra i capelli, si sbottonò nuovamente la camicia e con un fare alquanto gay si gettò in acqua. Il moro era a pochi chilometri dal fiume e sfrecciava a bordo della sua Uno,oramai sua fedele amica. La troupe di cinesi , sempre intenta a riprendere le gesta del re, vide in lontanaza il moro arrivare a gran velocità e interpretò tale comportamneto come una sfida. La panda dell'89 con a bordo i noti cinesi avanzò a gran velocità verso il moro ,il quale, sicuro della compattezza della sua Uno non alzò minimamente il piede dall'acceleratore e si diresse verso la panda cinese . Quando le auto si ritrovarono a pochi metri l'una dall'altra gli sguardi del moro e dei cinesi si incrociarono: l'ingenua saggezza del moro, la manifesta velleità dei cinesi , il rombo dei motori, tutto ciò , fu improvvisamente investito da una immensa marea di lava. La lava inghiotti anche il Re , Pomello e Modesto. Se solo la clessidra non fosse mai esistita.

Antefatto N.3

Il supremo Leader auspicava il bene delle sue genti. Nataniele era una umile scopa la cui vita aveva come unico scopo la pulizia dei pavimenti dell'ufficio del supremo Leader. Un giorno mentre era di ritorno dal lavoro, Nataniele vide sua moglie Cotoletta rovistare tra i rifiuti usati. "Cosa fai mai?" , disse Nataniele in mente sua, al che Cotoletta rispose con le labbra di suo marito " aggiusto un pollo!".La storia non piacque al Commissario Barbaincolta ,c'era puzza di frittura. Commissario decise quindi di indagare più a fondo e analizzare le molteplci cause di un così bizzarro comportamento da parte di una così monotona scopa. Nel realizzare tale pensiero Barbaincolta fu immediatamente arrestato in quanto la sua capacità di pensare ,seppur inevitabilmente sconnessa dalle dinamiche geopolitiche, risultava pericolosa. Il commissario, in  quanto pipa, non comprese cosa stava accadendo ne tantomeno fu in grado di elaborare un pensiero in tale direzione. Con l'arrivo dell'inverno le cose cambiarono , il freddo aiuta l'uomo a riflettere su stesso. Il famoso funzionario di corte Tabella , di ritornando da una statica gita nel suo giardino notò, il 21 dicembre ,qualcosa che cresceva tra i cespugli. Nessuno sapeva cosa fosse, nemmeno il Dottor Bisturi, eminente primario del reparto di Cura della Religiosità dell'ospedale Vividritto, fu capace di fornire una spiegazione plausibile. Nascosto sotto l'ombra del suo naso , in un luninoso e accogliente angolo del suo ripostiglio , Il Supremo Leader iniziò ad avere dei sospetti. Urgevano misure immediate o la situazione sarebbe degenerata. Convocata l'assemblea generale dei cittadini liberi dal colesterolo ed indipendenti dai pomodori, fu disposto, sotto proposta del Supremo Leader ,il libero accesso per tutti i cittadini alla realtà olografica. La notizia fu accolta con con grande entusiasmo dai consumatori. un entusiasmo velato da uno spesso strato di falsità intrineca alla  natura indotta stessa di quegli esseri. Altra misura essenziale fu aumentare le tradizionali guerra atomiche per poter mantenere la pace. Il Supremo Leader ottenne i risultati sperati ma dopo qualche tempo dovette fare i conti con l'evento che avrebbe cambiato la sua esistenza. Il 13 maggio dello stesso anno, Cotoletta , durante una teorica battuta di caccia al mantello, si imbattè in ciò che Il Supremo Leader aveva sognato nei suoi ben fatti incubi. Alle ore 13.17 , nel giorno 13 del mese di maggio , la terra generò un feto.

Vegetale

Di tanto rancor l'uomo mai scoprì la causa,
oh tu che dall' ali del sol calante scendesti ,
tu che con una carezza di tramontar gli comandasti,
mostra a questo mondo la via per ridestarsi,
libera quest'etere dall'animo malvagio,
dona a queste menti quel suon che la natura al sorger della luna al cor dell uomo saggio
sussura ,con placido presagio  
            Storia di un ano (cap 1 ,ver. 23-12)



Furono queste le prime parole di Vegeta. Nato dalla scomposizione di un polinomio. Vegeta era figlio del figlio di suo nonno Carla. Dopo varie ripercussioni sul piano economico non ebbe piu problemi con la legge. Ma cerchiamo di mettere ordine. Era nel mezzo della sala quando entrò Silviano con in mano un vassoio di posate giovani. Piertombola si sedette sulle sue stesse mani e precipitò giu per un pollo ;fu in quel momento che Vegeta spalancò le ante della sala e finalmente il sole potè illuminare i coriandoli disposti sul marciapiede. La scena commosse così tanto il regista Marco Teleca Mera che volle invitare Vegeta presso un banchetto di sola andata. Vegeta accettò con le mani in mano e con i suoi stessi piedi camminò fino a giungere al già citato banchetto. La storia di quel banchetto fu narrata da Teleca Mera in persona durante il matrimonio di suo fratella .-. Estratto a mano da un pino marcio, fu in seguito ridotto in schiavitù. Banchettò soffri molto il suo confinamento, banchetto aveva un cuore, banchetto era solo. Banchetto aveva fame , banchetto rideva, banchetto insomma...banchetto. Vegeta rimase sconvolto dal racconto proveniente da delle labbra cosi spesse. La signora telecamera servì la colazione a Vegeta che la rifiutò minacciando con un fazzoletto le scarpe della sua concubina. Sarebbe il caso di inziare in qualche modo a descrivere in dettaglio ciò che quest'uomo cosi nobile e fisso ,visse nel corso della sua banale esistenza. Vegeta era un uomo che lavorava. non sempre aveva tempo per dedicarsi ai suoi bisogni primari. ebbe quasi una diffcile relazione con una donna. divenne noto alle cronache per aver partecipato ad molto famoso noto in tv programma "barattiamo stivali con tazzine rotte". Il successo fu tale che fu nomianto uomo dell'anno da una giuria di esperti panettieri e da sua nonna. Per lui la famiglia era davvero importante e non disdegnava di visitare almeno una volta ogni volta i suoi piu vicini parenti. Durante il piu breve periodo buoi della sua buia vita, Vegeta ebbe il tempo di cedere ai piaceri terreni. Cedette la sua verginità ad un mercante in fiera e immediatamente dopo dette fuoco alla sua dimora. Spesso esagerava con le bevande analcoliche e fu cosi che nacque il suo mito. Vegeta nel corso delle sue tournèe era solito invitare sul palco una sua fan di nome Ginocchia. Decise per pura avidità di gettare al vento la  sua carriera e seguitò la sua esistenza elemosinando . Visti i flauti guadagni acquistò un isola. Qui spesso insime con se stesso era solito premiare un inviato diverso da ciò egli non era ,per poi aggredirlo con un panetto di sali da bagno. Vegeta non ebbe molti figli ; la leggenda narra che mai furono scitte leggende su di lui ma a noi pice credere che come in ogni storia che si rispetti ,vegeta abbia avuto il successo che meritava, il successo che ci si aspettava, vegeta non era un uomo  come tanti, non aveva mani o piedi adattati all'uso di un caccavite, egli non aveva pensieri , non aveva occhi per guardare i lavori in corso ,vegeta era sua moglie, Vegeta era banchetto.

Storie di Popoli : Islam.

Ci troviamo in islam. Mondo nascosto da un velo, misterioso e alto. A nord di islam troviamo la penisola di lesbica , una famosa fortezza medioevale edificata nel corso. Era il secolo XIV quando Gino insieme alle sue truppe di mare invase via terra l'islam. L'invasione fu finanziata da Cammello , Re di Mare. Purtroppo l'esercitò morì, in circostanze misteriose. Ecco descritta l'intera storia della regione.

Vado via con i Filippini e invece non è vero.

Il mio nome è Norton Bidè. Fin da piccolo ho sempre pensato di poter guadagnarmi da vivere cantando ,suonando o addirittura cantando e scrivendo film. Mi sbagliavo. Tutt'ora sono deluso e i miei numerosi premi come autore musicale non possono colmare la mia delusione per non aver raccolto quell'arancia, nel lontanto 1972. Già, quelli si che erano bei tempi; mio padre mi raccontava spesso di una villetta, molto carina sempre pulita senza difetti viva i folletti. La prima volta che me ne parlò ,restai meravigliato e ne fui così colpito da dover subito fuggire in bagno. Sarà difficile per voi comprendere come ciò sia potuto accadere ma, il bagno nel quale mi recai in maniera così ardita e frettolosa, non era altro che il bagno dei miei vicini. Mia cugina Elysa Pollo Marcendo Anita , proveniente da una antica casata nobiliare, era lì presente quando il tutto si manifestò sotto i suoi occhi. Ma passando ad altro ,non posso non biasimare chi non voglia comprendere la piiù elementare delle lamentele che quest'uomo ,me stesso medesimo, ha da esporre a chiunque abbia facoltà per raccoglierne il senso. Dettò ciò presi una pentola di cianfrusaglie e la versai nel contenitore dei riufiuti molli. Bad and Breakfast , questo c'era scritto. Insieme con mia moglie e i miei due figli tornani a casa e questa enorme scritta in cirillico era comparsa come per incanto sul balcone di casa nostra. Mi crederete che, in quel momento preso dalla sbornia incolpai i miei figli per non essersi contenuti con l'alcool , ma pochi minuti dopo dovetti ricredermi. Un flusso ininterrotto di persone somiglianti ad elettroni, fece richiesta d'asilo presso la mia umile dimora. Le 12 stanze per gli ospiti furono tutte occupate e potei ricavare un bel mucchio di quattrini da quella sfortunata serata in Banca. Mia moglie come al solitò si lamentò perchè a suo vedere , non aveva senso tutta quella sporca faccenda. Nel giro di pochi mesi quella che era fino a qualche attimo prima una villa di lusso , divenne un fradico Motel. Nel mezzo del deserto del Nevada , come potrete immaginare, gli affari non furono così fruttuosi ed io e mia moglie fummo costretti a trasferirci nel Wisconsin affidando la direzione del Motel ai nostri 4 figli di 5 e 6 anni , Masha e Morso. Comprammo una bettola di 4 piani per cominciare la nostra nuova vita. Gia allora iniziai ad avere i primi ricordi della mia infanzia perduta. Era il lontano 1984 quando mio padre con un gruppo di nomadi Filippini , andò via di casa in chissà quale direzione. Probabilmente la storia dei filippini sarà stata un' invenione di mia madre che non voledo accettare la dura realtà dei fatti, inventò questa assurda storia. Sapete, io ho sempre creduto a mia padre ma anche a mia madre, soprattutto a mia madre. Mio zio Jennifer una sera, in piena estate, circondato dalle zanzare e con un gran bel gin d'annata tra le mani, tra un sorso e l'altro, la verità a me che sono io , la confessò. Io ero seduto tra i suoi piedi e la puzza dei suoi suduci stivali ,stranamente ma effettivamente, mi rilassava. Fin troppo qualcuno direbbe. Fui trasportato d'urgenza da un medico e restai in stato comatoso per 45 giorni e 2 notti. Per quanto assurdo possa apparire ai vostri occhi, in quell'anno fu deciso di tarare l'andamento del tempo in maniera diversa, approffittando della sua relatività. Mio zio Jennifer spesso diceva che " non sempre si puo avere il tempo di fare tutto ciò che si vuole , ma se lo si vuole qualcunque cosa puo realizzarsi dimenticandosi del tempo". Approfittai di questa frase che appariva figa ai miei occhi, per adescare ragazzine della mia età. Beh ma a questo punto vi starete domandando che fine abbia fatto mio padre. Mi dispiace ,ma non posso rivelarlo per il momento, qualora seguitiate nell'ascolto del racconto della vita di questo povero vecchio , potrete venire a conoscenza di tale verità.

Comee promesso, vi racconterò dove e come mio padre si recò quel giorno dopo pranzo. Michele Damenotre era in visita presso il vescovo del mio paesino. In paese si faceva gran chiacchiericcio riguardo la reale identità di quell'uomo. Alcuni credevano che fosse devoto ad antiche ed occulte arti magiche ed altri credevano che fosse il solito calciatore sopravvalutato. Fatto sta che al suo arrivo ,eventi inaspettati e sorprendendi iniziarono ad aver luogo nel piccolo paesino. Gli abitanti del posto, come accennato , erano molto prepensi a ciarlar del più e del meno in compagnia di un bel fiasco di vieno e fu così che mio padre, inoltratosi in una festoso bar che a quei tempi avrei definito locanda, conobbe una band di filippini provenienti dal Giappone. Mio zio Jennifer fu sempre sospettoso circa la reale appartenza al popolo filippino di quei così alti personi. Detto ciò , va precisato che il signor Michele era presente nella locanda il girno in cui mio padre fuggì di casa per andare a comprare le sigarette.