Niccolò Machiavelli

Niccolò con una coda di gambero
 gigante tra le mani.
Sviluppatosi in seguito a un peto fluttuante in aria rarefatta nel S3MMA1, il piccolo Niccolò destò stupore tra la folla di due sciatori esotici. Non sappiamo il perché, ne quando tutto questo avvenne, ma dal racconto di un dromedario cieco, siamo venuti a conoscenza del fatto che lo zio Filippo aveva appena vinto a tombola. Niccolò per disperazione decise di imparare il moldavo per dichiarare guerra a una schiera di formiche che aveva invaso il suo giardino. Dopo aver vinto questa battaglia grazie all'amico di sempre Sugo di Pomodoro, figlio di un noto imprenditore, Machiavelli decise di intraprendere la carriera di schiacciabottiglie e ricavatore di tappi di sughero, un impego ben pagato in quell'epoca, sebbene tutto ciò non lo porto a litigare aspramente con dei vicini molto silenziosi. Successivamente comprò una laurea sullo studio dei rutti dei cinghiali. Laurea che lo portò a diventare uno dei maggiori imprenditori di Caserta e provincia. Dopo aver perso tre dita in una partita di poker, si ritirò in uno dei suoi poderi presso Foglianise (nel Beneventano), ove compose due sonetti dedicati alla mosca che si posò sulla sua cacca il giorno del suo compleanno e una ninna nanna per il figlio che non avrà mai. Colpito da un moscerino nell'occhio destro, iniziò a zoppicare finché non cadde in un pozzo. Trasformatosi in fango, urtò contro un muro e sparì. Ancora oggi non sappiamo ove esso sia finito.

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